sabato 18 agosto 2012

Libera recensione - Le avventure di Oliver Twist

Apri il libro e, immediatamente, ha inizio. Cosa? Ma la storia di Oliver, naturalmente. Ti si dipana davanti, quasi fosse un rotolo di pergamena contenente immagini e parole che ti si srotola davanti agli occhi senza più riuscire ad arrestarlo. Perché le avventure di Oliver, altro non sono che la sua vita, incredibile e difficile, imprevedibile vita. Ecco la sensazione che si prova, diversa, forse, da quella che si incontra nella maggior parte dei libri, nei quali lentamente si entra in un mondo sconosciuto e parallelo al nostro: con Oliver, veniamo accompagnati non in un mondo, non in un luogo, ma in una persona, la sua persona. Attraverso i suoi occhi, attraverso la voce dell'immenso Dickens narratore, noi scoviamo e scopriamo luoghi e animi. Ci sembra di vederlo, il volto di quel bimbetto, ci sembra di sentire il sapore delle sue innumerevoli lacrime o il suono meraviglioso delle sue risate, la sensazione di rinascita delle sue gioie; i suoi respiri, fin dal primo, sembrano essere i nostri. Perché non a tutti, ma a tanti di noi, è capitato di avvertire forte come l'odore di carne marcia, la presenza del male dietro agli occhi di alcune persone; a tanti di noi è successo di aver voce inudibile di fronte a ingiustizie grandi come gli oceani, ma racchiuse in apparentemente piccoli gesti o brevi file di parole; a tanti di noi è venuto da piangere come bambini - da bambini o da adulti - quando il buio che ci circondava sembrava non avere mai fine né inizio, ma essere eterno, come il tempo una volta che scocca la sua freccia alla partenza delle nostre vite.
A tanti di noi è capitato di essere Oliver Twist, persi nelle strade di una città improvvisamente sconosciuta e avversa, con stracci come vestiti - per l'anima o per il corpo, non fa molta differenza - a cercare qualcosa che, ne siamo sicuri, da qualche parte esiste.
Le avventure di Oliver Twist, sono le sue lacrime, le sue risate, le sue corse, le sue speranze, la sua anima pura, i suoi occhi alzati verso il Cielo, e il corollario di anime e cuori che lo circonda, ghermendolo o abbracciandolo, strattonandolo o schiaffeggiandolo, carezzandolo o ignorandolo. E' questo il vortice in cui tutto si muove, in questo immenso romanzo, è questo il vortice in cui la potenza narrativa e la grandezza del pensiero di Dickens si fondono insieme generando qualcosa che lascia perfettamente intendere ciò che questo potentissimo scrittore sarebbe diventato. Dickens era, è e rimarrà per sempre unico nel suo genere.
Unico, soprattutto, nel dare voce ai deboli. Una voce non fatta solamente di parole (pungenti e perfette, peraltro), ma anche e maggiormente di fatti, di eventi del destino, di giustizia e perseveranza.
Di fede.
Fede pura e vera nella vita, prima che in qualunque altra cosa.
Meraviglioso.

Ti voglio bene, Oliver, chiunque tu sia, ovunque tu sia, voglio bene alle parti di te che riconosco nelle persone che incontro.

Da questo libro:

"Vorrei che qualche filosofo ben nutrito, nel cui corpo cibo e bevande si tramutano in bile, il cui sangue è di ghiaccio e il cuore è di ferro, avesse potuto vedere Oliver Twist divorare gli squisiti avanzi trascurati dal cane. Vorrei che avesse potuto assistere all'avidità orribile con la quale Oliver masticava quel cibo, manifestando tutta la ferocia della fame autentica.
Una sola cosa mi piacerebbe ancora di più: vedere quel filosofo consumare quello stesso pasto con lo stesso gusto."


"La dignità, e talora persino la santità, dipendono a volte, più di quanto taluni possano immaginare, dalla giubba e dal cappello."

"Ahimè, il nostro è un mondo di delusioni; non di rado per le speranze a noi più care, e per le speranze che ci fanno più onore."

"...e, senza una grande capacità di affetto, senza un cuore colmo di umanità e di gratitudine nei confronti di quell'Essere la cui legge è la misericordia, e il cui grande attributo è l'amore  per tutte le creature che respirano, la felicità non può mai essere conseguita."


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