giovedì 6 dicembre 2012

L'avete vista, la foto?

L'avete vista, la foto?
Quella comparsa sul New York Post ieri, quella che tutti i telegiornali hanno mostrato sventolandola come un indumento scandaloso e succinto, quella che ci permette di guardare il braccio teso di un uomo appena buttato da un altro sui binari della metropolitana mentre il treno sopraggiunge. Non ho avuto il coraggio di guardarla bene ma, dicono, il viso dell'uomo sui binari è rivolto verso il treno... lo guarda arrivare.
Io ricordo il braccio, invece. E' appoggiato sulla banchina, proteso, ma non troppo. Come se cercasse aiuto, o lo avesse cercato, ma fosse sicuro di non riceverlo. E allora guarda il treno arrivare.
Non mi domando, nemmeno ci provo, cosa possa aver pensato in quegli attimi. Il solo domandarmelo potrebbe risultare una presa in giro alla sua esistenza e alla sua fine lì, sui binari bui di una metropolitana, per il volere di un altro uomo che ha semplicemente deciso così.
Sarebbe una presa in giro chiedersi cosa si pensa quando si vede un treno arrivare verso di noi...e sarebbe straziante saperlo, e sapere cosa si pensa quando ritiriamo leggermente il braccio inizialmente proteso, lo avviciniamo a noi, perché nessuno lo sta afferrando per salvarci.
Ma l'avete vista, quella foto? Io sì. E se l'ho vista, è perché qualcuno l'ha scattata. Un giornalista, appunto. Che, dicono i giornali e il web, avrebbe tentato di segnalare qualcosa al macchinista, scattando diversi flash.
Lo accusano di non aver nemmeno tentato di salvare l'uomo sui binari, di aver pensato solo a scattare quella foto per poi pubblicarla.
Io non lo so cosa ha pensato il giornalista, io non lo so quanto fosse lontano dall'uomo, quanti attimi rimanessero, io non ero lì.
Ma quel braccio, quel braccio rassegnato di un uomo che sta per morire e guarda la morte arrivare, quel braccio che nessuno ha nemmeno provato ad afferrare (nessuno, non solo il giornalista), quella mano che nessuno ha provato a tenere, io non me li dimenticherò mai.
E' una foto che spiega fin troppo bene il mondo di oggi e, forse, il mondo di sempre.
E' una foto che spiega fin troppo bene quanto siamo soli con la nostra parvenza di umanità.
Non avevamo bisogno di un'altra prova di quanto siamo spaventosi.
Davvero, non ne avevamo bisogno.

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