domenica 3 novembre 2013

Quell'arrivederci che ti rimane impigliato nell'anima...

Non è facile accettare di essere nati in autunno. In qualche modo astratto, questo, l'ho sempre pensato fin da bambina. Odiavo l'autunno, anche se portava con sé il mio compleanno. Odiavo il fatto che l'estate dovesse finire, che il verde dei prati e delle foglie degli alberi dovesse ingiallire fino a morire, che il sole divenisse pian piano meno caldo, che il buio avanzasse ad obbligare il giorno a spegnersi presto anticipando la sera.
Eppure è da lì, che vengo.
E' in uno di quei giorni dagli alberi di mille colori che sono nata e in cui mi è stato messo il nome Marina, ed è sempre in uno di quei giorni che sono stata battezzata. In un certo senso io gli appartengo, all'autunno. Che sia da questo che nasce la mia malinconia? Dal fatto che sono figlia di quel periodo dell'anno in cui le foglie si infiammano roventi prima di cadere? In cui il sole getta i suoi ultimi, dolcissimi raggi tiepidi prima di nascondersi dietro alla coltre dell'inverno? Il periodo della vendemmia, in cui gli ultimi frutti scendono dai rami; il periodo in cui i campi lentamente si dispongono all'arrivo del freddo.
Non è facile, no, accettare di essere nati nell'ultimo soffio di vento caldo. Qualcosa di quell'arrivederci ti rimane impigliato tra i capelli e nell'anima, ti scherma gli occhi formando la lente con la quale osserverai il mondo.
Non è facile, ma adesso io l'autunno lo amo. Amo i suoi tappeti di foglie gialle sparsi ovunque per le strade e il modo in cui ridanno vita anche ai cementi più grigi o alle terre più brulle, amo la sorpresa che senti quando una di loro ti sfiora cadendo dal suo ramo e sembra portarsi dietro una risata e un sospiro. Amo quella forza vitale che si sprigiona e che puoi respirare quando guardi il sole attraverso i rami colorati e ondeggianti.
Ma più di ogni cosa amo la promessa che fa... Che non è la fine, che il buio che arriva non durerà per sempre, che tutto è eterno ed eternamente tuo, se lo vuoi. Che nulla, e nessuno, muore davvero.
Non è facile accettare di essere nati in autunno, e nemmeno di appartenergli.
Ma è bello.

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